top of page

Judo

jigoro-kano.jpg

Jigoro Kano, il creatore del Judo, nacque nel 1860 a Mikage, piccolo villaggio marino nei pressi di Kobe. All’età di 16 anni cominciò a praticare vari sport e studiò in particolare il Ju-Jutsu, alla scuola di valenti Maestri dell’epoca.

A 22 anni, nel 1882, diventato ormai professore, inaugurò il primo Dojo di appena 12 tatami, nel tempio di Eisho, radunandovi 9 allievi: nasceva così il Kodokan “Luogo per studiare la Via”, dove il giovane professore elaborò una sintesi di varie scuole di ju-jutsu.

Il nuovo stile di lotta, non più soltanto un’arte da combattimento, ma un metodo destinato alla divulgazione di una forma educativa del corpo e dello spirito, venne chiamato Judo “Via della flessibilità”.

L’intuizione venne osservando gli alberi piegati dalla neve:  i forti rami del ciliegio opponevano resistenza arrivando a rompersi sotto il peso del manto candido, al contrario il salice, con i suoi rami flessuosi, cedendo alla forza di gravità, faceva scivolare il cumulo di neve, per poi tornare nella sua posizione iniziale. Da qui il principio del Judo: assecondare i movimenti dell’ avversario, sfruttando la sua forza per farlo cadere.

Jigoro Kano morì sul piroscafo Hikawa Maru il 5 maggio 1938, mentre rimpatriava, reduce da un faticoso viaggio preparatorio per le Olimpiadi di Tokyo.

Il principio base del Judo è conosciuto universalmente attraverso le parole stesse del suo fondatore: 

                                                                   “LA FLESSIBILITÀ PUÒ NEUTRALIZZARE LA  FORZA BRUTA.

La parola “Ju-do ” infatti è composta da due ideogrammi: “ju” significa flessibilità, non-resistenza, dolcezza e  “do” cammino o via. Judo è dunque il cammino che conduce ad una vita equilibrata, utilizzando un metodo di educazione fisica e mentale basato su una disciplina di combattimento a mani nude.

Il concetto stesso di questo tipo di combattimento è cedere alla forza avversa per squilibrarla, controllarla e vincerla con un minimo di sforzo.

Jigoro Kano ha espresso due massime basilari che dirigono la vita del judo:

  • “Seryoku zenhyo” (il miglior uso della energia, fisica e morale)

  • “Ji ta kyò ei” (amicizia e mutua prosperità)

 

Esse sono veramente l’essenza di quello che lo studio del Judo può dare:

- all’individuo, come preparazione fisica ed educazione del carattere

- alla società, come scuola formativa di uomini e donne preparati a lottare equilibratamente per la vita, nel rispetto della personalità dei propri simili.

           L'aspetto fondamentale del Judo è il Randori, il combattimento. Non esiste judoka al mondo che almeno una volta nella sua vita non abbia sperimentato il Randori, poiché è solamente dalla pratica del combattimento che si comprende la vera natura del Judo.

Questa disciplina risulta particolarmente efficace, proprio perchè il praticante ha la possibilità di sperimentare sul campo, senza alcun filtro o limitazione, ciò che apprende.

Perchè avvicinarsi al Judo?

Perchè vi si trovano contemporaneamente disciplina, rispetto, educazione, esercizio fisico, combattimento e competizione.

bottom of page